Lunedì 31 ottobre, in Casa Alberione, è arrivato il Superiore Generale, Don Valdir José De Castro: rimarrà tre giorni tra i giovani. Non sappiamo chi ha informato la responsabile della nostra cucina, ma, fatto sta che di prima mattina è arrivata una gentile fanciulla, che, con piglio deciso, ci ha detto: “devo consegnare una torta!”. La torta è stata gradita quanto la stessa presenza di don Valdir. Il quale, appena arrivato, si è subito portato in aula, dove lo aspettavano i nostri Juniores. Dopo i primi convenevoli, ha subito iniziato la sua lezione di Gesù Maestro ieri, oggi e sempre. Ogni tanto si sentivano degli applausi scroscianti dei nostri giovanotti: si arguisce che le parole di Don Valdir erano piuttostogradite e convincenti! Prosit! Come si può immaginare, il pranzo è stato piuttosto allegro ed è terminato con la solita scena-madre del taglio della mastodontica torta.Nel pomeriggio sono poi continuati i lavori in aula.
La mattina di tutti i santi Don Valdir per prima cosa ha iniziato una serie incontri personali con ciascuno degli Juniores. Poi, poco prima di pranzo, si è anche trovato un piccolo ritaglio di tempo per fare una visita nella catacomba in cui sono conservati i resti del Martire San Senatore, massacrato nella via Appia Antica, nelle vicinanze della città di Albano Laziale, ai tempi delle antiche persecuzioni romane. Mentre nel primo pomeriggio tutta la comunità Juniores si è portata, per una visita di preghiera, nel vicino cimitero della città presso la tomba dove, insieme a tanti nostri confratelli, riposano in pace i nostri superiori generali.
Nella giornata del 2 novembre, mattina e pomeriggio, sono continuate le riflessioni in aula partendo dalle principali sfide della nostra congregazione, guardando il presente per proiettarci nel futuro. “Per noi paolini, nell’ambito della nostra missione specifica, oltre a leggere i segni dei tempi negli avvenimenti storici, - dice Don Valdir – occorre vedere cosa succede oggi, nel campo delle comunicazione. Questo ci spinge a percepire i cambiamenti che lo sviluppo delle tecnologie digitali e l’avvento della società in rete e della cultura globale stanno provocando nei rapporti umani, nel mondo del lavoro, della scienza, dell’educazione, e nel modo di vivere la fede”. Il che comporta un coraggioso slancio di rinnovamento di vita spirituale e di azione apostolica. Un rinnovamento che già intuiva il nostro fondatore, che ci avvertiva «non pensare a dire: “abbiamo fatto sempre così”. Con il passare degli anni bisogna che ci adattiamo alle condizioni del tempo in cui viviamo». (Meditazioni e istruzioni - FSP -maggio 1968).